Smart Home, italiani sempre più propensi all’acquisto

Buone notizie sul fronte Smart home: gli italiani sono sempre più propensi all’acquisto di dispositivi con funzionalità smart per migliorare la gestione della propria casa. Sembrano superate una serie di iniziali reticenze sulla privacy e sulla profilazione, probabilmente sorpassate dal fatto che i nostri smartphone già fanno questo tipo di lavoro senza che nessuno si infastidisca troppo.

Stando ad una recente indagine da Bva Doxa per Ul Solution e rilanciata dall’Agenzia Ansa negli scorsi giorni, ben 8 persone su 10 (77%) sono propense all’acquisto di un dispositivo smart entro i prossimi due anni mentre il 67% dichiara di essere interessato a comprare almeno un oggetto tecnologico personale, sempre nei prossimi due anni.

Smart home: aumenta la disponibilità all’acquisto

L’indagine ha approfondito la disponibilità all’acquisto di otto tipologie di prodotti diversi tra loro, quattro per la smart home e quattro smart per l’utilizzo personale. Nella prima categoria rientrano gestione della casa ed entertainment, elettrodomestici, safety & security ed efficienza energetica. Nella seconda categoria invece sono stati inclusi oggetti indossabili per il fitness, prodotti per il monitoraggio della salute in tempo reale, sistemi di monitoraggio dei bambini e dispositivi per l’assistenza e il controllo delle persone fragili.

La maggiore disponibilità all’acquisto è emersa soprattutto nella categoria di lavoratori che ha affrontato parte del 2020 e del 2021 in smart working, quando alcuni di questi oggetti (pensiamo ad esempio a quelli di efficienza energetica o a sistemi di monitoraggio dei bambini) sono diventanti coadiuvanti fondamentali della vita quotidiana. Si tratta più frequentemente di uomini nella fascia di età compresa tra i 35 e i 45 anni.

Smart Home: le tendenze di acquisto

Come evidenzia l’ANSA, chi lavora da remoto ha comprato più dispositivi per la casa rispetto al totale del campione (+7%), in particolare più sistemi smart per l’efficientamento energetico (+ 9%), per la domotica e l’entertainment (+8%) ed elettrodomestici (+8%). La tendenza, da parte dei cosiddetti “smart workers” è ancora più evidente se si analizza il possesso di device personali (+12% nel complesso), in particolare i prodotti per l’health monitor (+9% negli ultimi due anni) e gli oggetti smart indossabili (+7%). Positiva, ma meno evidente, la differenza rilevabile per i prodotti per il monitoraggio e l’assistenza alle persone fragili (+3%).

Il dato molto rilevante e più generalizzato è una richiesta diffusa di miglioramento delle funzionalità di privacy di questi dispositivi. Sotto questa lente di ingrandimento finiscono soprattutto i dispositivi connessi per il fitness. Questo il commento, riportato da Ansa e sintetizzato qui per i nostri lettori, di Francesco Marenoni di UI Solutions: “Il sondaggio mette in luce la necessità di rafforzare la percezione della sicurezza e dell’affidabilità degli oggetti smart per rassicurare il consumatore. Per contribuire alla crescita del mercato è importante comunicare più chiaramente i vantaggi che derivano dall’utilizzo degli smart device poiché, come dimostra l’indagine, non sempre la portata e il possibile impatto positivo sul quotidiano risultano evidenti”.

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