L’ultima legge di Bilancio per il 2021, approvata nelle scorse settimane modifica in maniera sensibile i requisiti per l’ottenimento di Opzione Donna, che rende possibile il pensionamento anticipato a precise categorie femminili.
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Cosa cambia
Opzione donna è una misura rivolta alle lavoratrici dipendenti e autonome che intendono uscire dal mondo del lavoro in maniera anticipata, purchè con almeno 35 anni di contributi, nel dettaglio le lavoratrici dipendenti in possesso di 35 anni di contributi e 58 anni di età al 31 dicembre 2020 e le lavoratrici autonome con 35 anni di contributi e 59 anni di età al 31 dicembre 2020, per le impiegate Ex Inpdap, Poste e Ferrovie dello stato 34 anni, 11 mesi e 16 giorni di contributi, permettendo quindi alle nate nel 1961 e 1962 di fare domanda per Opzione Donna a partire dallo scorso 19 gennaio 2021, come esposto dalla comunicazione dell’l’Inps nel messaggio n. 217/2021. La richiesta di Opzione Donna può prevede i diritti di pensionamento “bloccati” anche nei prossimi anni, se la richiesta è stata fatta entro il 31 dicembre 2020.
Resta invariato il meccanismo di differimento del primo pagamento della pensione in questione che prevede un “ritardo” (denominata “finestra mobile”) del primo assegno di 12 mesi per le dipendenti e 18 per le autonome.