Reddito di cittadinanza, via i navigator: ecco cosa cambia

Che il reddito di cittadinanza sia nel mirino del nuovo governo Meloni non è un mistero. Il partito di maggioranza, Fratelli d’Italia, ne ha fatto una bandiera in campagna elettorale e i proclami dei primi giorni vanno tutti verso una stretta del sussidio erogato da qualche anno a questa parte.

All’interno della struttura prevista dal governo Conte, che aveva introdotto il reddito di cittadinanza, una figura particolare era ricoperta dai Navigator. Parliamo già all’imperfetto perché è notizia di queste ore che gli ultimi contratti rimasti in essere per questa posizione lavorativa non saranno rinnovati. Capiamo più specificamente cosa sta succedendo.

Via i Navigator, parte la modifica del reddito di cittadinanza

Può essere interpretata come una prima modifica del reddito di cittadinanza la mancata proroga dell’incarico dei rimanenti 946 navigator assunti e col contratto in scadenza pochi giorni fa, il 31 ottobre. Come sottolinea una nota del ministro del Lavoro Marina Calderone, pubblicata anche da Adnkronos, “Eventuali ulteriori utilizzi di queste figure richiederebbero l’approvazione di un’apposita norma, che non è allo studio”.

Termina quindi l’esperienza per chi aveva preso parte alla ricerca del lavoro dei percettori del reddito di cittadinanza dopo una formazione portata avanti dall’Anpal. La scadenza è quindi di qualche giorno fa, ma la nota del ministro è servita a smentire voci diffuse sui giornali dei giorni scorsi in cui si presumeva che i contratti delle ultime persone rimaste (erano partiti in circa 3mila, ndr) fossero prorogabili. Nulla di tutto questo.

Navigator, lo status quo

Esperienza partita nel 2019 per dare supporto ai percettori del reddito di cittadinanza nella ricerca di un lavoro, la figura del navigator è sempre stata considerata controversa per il parallelismo con le professionalità attualmente inserite nei Centri per l’Impiego, dove pure le offerte di lavoro dovrebbero confluire e poi essere normalmente smistate ai disoccupati.

All’inizio ne furono assunti 2.978, ma già nel 2020 si arrivò ad un consistente taglio in seguito alla relativa relazione della Corte dei Conti. Nel marzo 2022 furono in più di mille a dimettersi dalla figura professionale, mentre a giugno ne furono ricontrattualizzati circa 1600, per occuparsi anche dei percettori del programma nazionale “Garanzia occupabilità dei lavoratori. Questo contratto era della durata di due mesi con possibile proroga fino al 31 ottobre, non esercitata dalle regioni interessate. Soltanto Sicilia, Basilicata e Molise hanno chiesto pochi giorni fa di poter prolungare i contratti dei navigator, ottenendo la risposta negativa arrivata dal ministero. Si stima che i lavoratori che ora restano senza contratto siano poco più di mille.

navigator stop

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