Il 2020 ha rimesso in discussione l’economia di ogni paese che ha contratto il Covid, e ovviamente l’Italia, uno dei primi paesi nonchè tra più colpiti ha dovuto adottare dapprima delle misure per arginare quanto più possibile il diffondersi del contagio, e successivamente adottare delle misure per far ripartire l’economia ed il sistema pensionistico che ogni anno deve essere “aggiornato” a seconda della situazione economica.
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Uscita dal mondo del lavoro
L’uscita dal mondo del lavoro è sempre fonte di discussioni piuttosto accese: il 2021 non sarà l’anno migliore in assoluto per andare in pensione ma l’esecutivo ha sviluppato alcune “scappatione” per agevolare quest’uscita, oltre a confermare alcune misure adottate nello scorso anno.
Ad esempio confermati i requisiti per ottenere la pensione di vecchiaia che saranno i medesimi anche per tutto il 2021: 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi sono sufficienti per poter andare in pensione, mentre per quanto riguarda la pensione anticipata “basterà” aver accumulato un numero minimo di contributi, nel dettaglio 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, anche se a causa della “finestra mobile” chi sceglie di andare in pensione anticipata, potrà accedervi solo dopo 3 mesi.
Misure prorogate
Prorogate per il 2021 anche Ape Social e Opzione Donna: la prima è una indennità elargita dallo Stato per chi ha almeno 63 anni e non percepisce alcun tipo di welfare, misura rivolta in particolare ai disoccupati, invalidi almeno del 74% caregivers (soggetti che assistono parenti disabili da almeno sei mesi) e addetti alle mansioni gravose. La seconda permette alle lavoratrici di andare in pensionamento anticipato con almeno 58 anni di età (59 per le lavoratrici autonome) e 35 anni di contributi, ricordandosi che viene calcolato il meccanismo di calcolo contributivo fino al 31 dicembre 2020, e la già citata finestra mobile che è pari a 12 mesi dalla maturazione dei predetti requisiti per le dipendenti e 18 mesi per le autonome.