Quota 100 non sarà rinnovata: cosa succederà?

Il governo che verrà, che sarà capitanato con tutta probabilità dall’economista ed ex Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, apporterà sicuramente delle modifiche relative alla ridistribuzione delle risorse come quelle relative al Recovery Plan, ma anche al sistema pensionistico, sia inteso come welfare che nell’accezione di uscita dal lavoro.

Futuro per Quota 100

Le consultazioni da parte di Mario Draghi con le diverse forze politiche del paese per ottenere un consenso abbastanza unamime presso il Parlamento ha portato a qualche screzio sopratutto con la Lega, che a lungo ha chiesto ed ottenuto, durante il primo governo Conte, l’attuazione della chiacchierata Quota 100, attualmente uno dei modi per uscire dal mondo del lavoro: quello che è trapelato in queste ultime ore piuttosto concitate è l’intenzione da parte del nuovo esecutivo di non confermare Quota 100, esattamente come nei piani del governo Conte, lasciando quindi “scadere” il provvedimento relativo che prevede un pensionamento con 62 anni di età e 38 anni di versamenti.

“Scalone” in vista?

Le ipotesi di una misura che prenda il posto di Quota 100 sono varie, una su tutte una sorta di mini-proroga della scadenza almeno fino alla prima parte del 2022, permettendo così di “guadagnare tempo”, in attesa di nuove decisioni. La decisione di una proroga è stata caldeggiata anche dalle forze notoriamente contro Quota 100, perchè le ipotesi relative ad una eventuale Quota 102 (che prevederebbe un innalzamento da 62 a 64 anni per il pensionamento) non sembra particolarmente vantaggiosa per nessuna delle parti in gioco.