Giù del 69% il prezzo della carta riciclata: rischio crisi nel settore

Il prezzo della carta riciclata scende del 69%, ma non è una buona notizia per tutto il settore. Il crollo del prezzo di questa particolarissima materia prima è infatti sceso così tanto perché i soggetti che lo acquistano, le cartiere, hanno nettamente rallentato le loro attività produttive per i rincari dell’energia.

Stanno quindi arrivando i primi pesanti contraccolpi su alcuni settori che accusano più degli altri le spese aumentate clamorosamente nel settore dell’energia. Il crollo è infatti arrivato nel giro di un mese e adesso è l’intera filiera, l’intero settore, a rischiare la crisi. Vi spieghiamo perché in quest’articolo.

Carta riciclata: ecco perché il calo del prezzo è un brutto segnale

Il riciclo della carta è una delle filiere industriali d’eccellenza in Italia. Sia per i numeri prodotti, sia per la qualità della materia prodotta. In particolare il rapporto annuale di Unirima, associazione di categoria, dice che il tasso di riciclo di carta e cartone nel 2021 si è attestato sull’85%, un numero che ci piazza al secondo posto in Europa. nel 2020 il nostro paese aveva persino già superato l’obiettivo del 2030 (85%).

È l’intero comparto del riciclo ad essere messo a rischio dalle crisi delle cartiere. Nel settore, considerato strategico nella realizzazione della transizione ecologica nel nostro paese, sono impiegati circa 20mila addetti per un fatturato annuo di circa 4 miliardi di euro. Proprio in difesa di questi dati rilevanti  Unirima ha lanciato un appello al nuovo governo Meloni. Giuliano Tarallo, presidente di Unirima, ha così sottolineato: «La transizione green e l’economia circolare sono l’unica prospettiva per uno sviluppo sostenibile.Siamo fiduciosi che, in questo momento difficile per tutti, il nuovo esecutivo sappia cogliere l’opportunità con provvedimenti legislativi e investimenti».

Prezzo della carta: ecco cosa è accaduto

Il prezzo della carta è crollato del 69% nel giro di un mese. Come abbiamo detto il crollo è causato dal rallentamento dei ritmi lavorativi delle cartiere. Un rallentamento che era in parte atteso, ma non in questi termini tanto pesanti. Con lo scattare dei lockdown nel 2020, infatti, la produzione di cartoni da imballaggio si è impennata in corrispondenza del picco di vendite online causato indirettamente dalle decisioni governative.

La carta da macero, improvvisamente insufficiente rispetto alla domanda, salì di prezzo anche vertiginosamente. Un aumento dei costi denunciato già in quel momento soprattutto dal mondo dell’editoria. In quel momento diverse cartiere hanno abbandonato – del tutto o in parte – la produzione di carta grafica, quella utilizzata per stampare libri e riviste. Ai rincari di luce e gas, è da ascrivere poi alla guerra russo-ucraina una maggiore difficoltà nell’importazione di cellulosa. Un doppio contraccolpo che le associazioni di settore temono possano mettere in crisi l’intera filiera.

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