Le monete da 50 centesimi hanno iniziato a “farsi spazio” nei portafogli e nelle tasche degli italiani così come in quelle della quasi totalità dei cittadini europei all’inizio del 21° secolo con l’arrivo dell’euro: questa tipologia di monete infatti era stata abbandonata per quanto riguarda il nostro paese nella prima parte del 20° seecolo, e con la proclamazione della Repubblica nel secondo dopoguerra i tagli più “piccoli” della lira erano costituiti dalle monete da 1 e 2 lire.
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Valute di valore
La moneta da 50 centesimi di lira ha circa 2 secoli, essendo stata adottata per la prima volta dal Regno di Sardegna, diverse decadi prima della proclamazione del Regno d’Italia, che di fatto ha utilizzato questo taglio monetario fino alla proclamazione della repubblica.
Le monete da 50 centesimi rappresentavano un’emissione dal buon potere d’acquisto e per questo erano molto utilizzate, in generale si tratta di monete sviluppate perlopiù in argento ed hanno un indubbio valore storico.
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Il Regno d’Italia sviluppò diverse emissioni da 50 centesimi, molte delle quali realizzate nella seconda parte del 19° secolo: tra le più rare in assoluto spiccano quelle realizzate nel 1861, che recano su uno dei lati l’effige di Vittorio Emanuele II, il primo re d’Italia.
Le monete coniate dal 1861 al 1863 sono conosciute come Stemma per via dello stemma sabaudo presente sull’altro lato: la più rara di questa può valere fino 90.000 euro, ma si tratta di un emissione praticamente impossibile da trovare, nello specifico si tratta della moneta del 1861 realizzata a Torino, riconoscibile per la presenza di una T e una B inclusa in uno scudetto presente sul lato dello stemma.
Ad oggi risultano certificate meno di 5000 monete, e quasi tutte sono detenute da musei e collezionisti facoltosi. Il valore “minimo” non è minore a 10.000 euro per un esemplare in buone condizioni ma questo può quasi decuplicarsi, come detto, per una moneta dalle condizioni perfette, nello specifico Fior di Conio.
